La costruzione del Duomo di Milano, iniziata nel 1386 e durata ben 6 secoli, è un’incredibile opera architettonica resa possibile anche grazie a numerose donazioni giunte da tutti gli strati della popolazione in epoca Medievale. Questo sorprendente dato emerge dalla ricerca di Martina Saltamacchia, della Rutgers University, che ha studiato i Registri delle Offerte del Duomo. Le sue scoperte sono raccolte nel libro “Milano, un popolo e il suo Duomo”.
La ricchezza che il Duomo racchiude, assume una nuova affascinante sfaccettatura: è infatti il risultato di una grande opera collettiva, frutto di donazioni di principi, mercanti, uomini d’arme e, soprattutto, di persone comuni che hanno unito le risorse per costruire la propria cattedrale. Anche strozzini, briganti e prostitute contribuirono, lasciando traccia delle loro donazioni nei registri con il loro nome e professione. Proprio questi donatori vennero omaggiati con statue che li raffigurano sulla facciata del Duomo, un esempio straordinario di “donor care”.
Il lavoro di Saltamacchia dimostra che il Duomo è stato finanziato principalmente dalle piccole donazioni provenienti dagli strati meno abbienti del popolo. Nel quindicesimo secolo, le offerte più piccole rappresentavano il 28% delle entrate totali, mentre il contributo dei nobili, seppur significativo, costituiva solo il 16%.
Ecco perché la storia del Duomo di Milano è particolarmente significativa per chi si occupa di fundraising: essa rivela il profondo senso di appartenenza e l’impegno di un’intera comunità nella costruzione di un bene comune ed è un esempio di come la propensione al dono sia un tratto distintivo intrinseco degli esseri umani, a prescindere da ricchezza e status sociale.
Last modified: 4 Settembre 2024