Alcuni giorni fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito gli elenchi dei beneficiari del 5 per mille 2021, con preferenze espresse dai contribuenti nella propria dichiarazione dei redditi.
Quali sono stati i trend e quali i dati che possiamo analizzare?
Il presidente di Assif, Associazione Italiana Fundraiser, Nicola Bedogni e Davide Moro, Delegato per l’Osservatorio 5×1000, durante un interessante webinar, ci hanno aiutato ad interpretare i macro risultati che proveremo a commentare.
Fime in calo. Anche quest’anno si registra un calo delle firme per il 5×1000: si passa dai 16.489.664 del 2020 ai 16.325.942 del 2021, con una flessione di 163.722 che, sommata a quella già registrata tra il 2019 e il 2020, porta a una diminuzione complessiva di 568.000 firme in soli due anni.
Solamente il 40% circa dei contribuenti sceglie di destinare il proprio 5×1000 ad un Ente del Terzo Settore.
Quanto vale il 5×1000? Il valore totale del contributo 2021, pari a circa 507 milioni di euro rimane comunque in linea con quello del 2019. Questo ci dice che ci sono meno donatori ma fasce di reddito donative medio-alte.
Un grande divario. I primi tre enti beneficiari (Airc, Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro ed Emergency) ricevono il 18% del totale delle risorse assegnate con il 5×1000, mentre sono migliaia le organizzazioni che ricevono poco o nulla, evidenziando un grande divario che penalizza le piccole realtà.
I settori di intervento. Si confermano in cima alla classifica gli enti del volontariato, seguiti da associazioni sportive dilettantistiche, a seguire organizzazioni che si occupano di ricerca scientifica, di sanità, di beni culturali e paesaggistici e, infine, gli enti gestori delle aree protette.
Proviamo a tirare le somme.
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- più della metà dei contribuenti non prende ancora in considerazione l’opportunità di sostenere il terzo settore attraverso il 5×1000
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- le organizzazioni più piccole sono penalizzate dal grande divario che vede beneficiari delle firme solo pochi enti
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- prossimità, vicinanza e ambiente sono diventati criteri di scelta sempre più importanti: c’è sempre più attenzione al territorio e alla comunità di appartenenza.
Questi dati ci portano a sostenere che c’è una grande potenzialità inespressa e un ampio margine di crescita per le organizzazioni, sia nel consolidare il numero dei propri sostenitori, sia per coinvolgere coloro che ancora non lo sono. Affinché il 5×1000 diventi sempre più uno strumento donativo, riteniamo di fondamentale importanza la diffusione di una corretta informazione, motivo per cui le campagne 5×1000 devono essere pianificate e curate durante tutto l’anno e devono coinvolgere non solo cittadini e potenziali sostenitori, ma anche potenziali pivot come gli studi commercialisti.
Last modified: 4 Settembre 2024