“Il fundraising non è la scienza della raccolta dei fondi ma è la scienza della sostenibilità finanziaria di una causa sociale. Esso è un mezzo e non un fine”n
Con queste parole di Henry Rosso vogliamo lanciare uno spunto di riflessione e interrogarci su quali sono gli elementi immutabili nel fundraising – inteso come strategia di sostenibilità delle cause sociali – che, pur evolvendosi il contesto sociale, culturale, tecnologico, rimangono immutate, a segnare un fil rouge a cui attingere e ancorarsi.
Il fundraising è, infatti, una disciplina in costante e rapida evoluzione che assume continuamente nuovi significati sia per le organizzazioni, sia per i donatori e, infine, per tutta la comunità. Questo dinamismo è legato alla natura stessa del fundraising, in quanto processo di analisi, ricerca, progettazione e implementazione di una strategia di sostenibilità delle cause sociali.
Ma, di contro, esistono alcuni elementi, e sempre quelli, senza i quali non potremmo parlare di fundraising, ma tutt’al più, di processi destrutturati e disorganizzati. Proprio questi elementi vorremmo indagare e analizzare.
Per fare ciò, abbiamo pensato di ripercorrere alcuni fatti salienti e rappresentativi nella storia del fundraising, per comprendere meglio il presente e prepararci per le sfide future. Ecco il perchè di questa nuova rubrica “pillole di storia”. Vogliamo iniziare con il racconto della March of Dimes, uno dei primi esempi di fundraising inteso in senso moderno.
La motivazione principale dietro la creazione della National Foundation for Infantile Paralysis era il combattere la poliomielite, una malattia virale debilitante che colpiva principalmente i bambini. La polio era una delle malattie più temute e devastanti del tempo, causando paralisi permanente o addirittura la morte. Il presidente Roosevelt stesso era stato colpito dalla polio nel 1921, lasciandolo paralizzato dalle gambe in giù. La sua personale esperienza con la malattia lo spinse a lavorare per trovare una cura e a fornire sostegno a coloro che ne erano affetti.
Per raccogliere fondi per la ricerca e l’assistenza ai malati di polio, la National Foundation for Infantile Paralysis lanciò la “March of Dimes”, una campagna nazionale di raccolta fondi che invitava le persone a donare anche solo dieci centesimi (un “dime”) per sostenere la causa. La campagna fu un successo straordinario, coinvolgendo milioni di americani e raccogliendo fondi considerevoli per la ricerca scientifica sulla poliomielite.
Uno dei risultati più significativi della March of Dimes è stato il finanziamento della ricerca che ha portato allo sviluppo del vaccino contro la poliomielite. Nel 1955, il dottor Jonas Salk presentò il suo vaccino antipolio, che si rivelò incredibilmente efficace nel prevenire la malattia. Grazie anche al sostegno finanziario della March of Dimes, il vaccino antipolio divenne ampiamente disponibile e contribuì a debellare la polio negli Stati Uniti e in molte altre parti del mondo.
Dopo il successo nella lotta contro la polio, la March of Dimes ha ampliato la sua missione per affrontare altre sfide nella salute materna e infantile. L’organizzazione continua a sostenere la ricerca scientifica, a promuovere la consapevolezza e a fornire servizi e risorse per migliorare la salute delle madri e dei bambini in tutto il mondo.
In conclusione, la storia della March of Dimes è una testimonianza del potere della solidarietà e della ricerca scientifica nel migliorare la salute e il benessere delle persone. Dall’obiettivo iniziale di combattere la polio alla sua continua missione di proteggere la salute materna e infantile, la March of Dimes ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della medicina e della filantropia.
Last modified: 4 Settembre 2024